Fino a 10 mila euro per l’acquisto di hardware, software, servizi e formazione ICT

Con decreto ministeriale approvato lo scorso ottobre, il Ministero dello Sviluppo Economico (MiSE) ha stanziato un fondo di 100 milioni di euro da destinare al cosiddetto “Voucher per la digitalizzazione”. Una misura, questa, che agevola le micro, piccole e medie imprese, mettendo loro a disposizione un contributo a fondo perduto, nel limite massimo del 50% delle spese ritenute ammissibili, per un valore non superiore a 10 mila euro.

Voucher per la digitalizzazione: cosa finanzia?

Per far sì che le aziende possano porre in essere interventi di digitalizzazione dei loro processi aziendali e misure di ammodernamento tecnologico, il “Voucher per la digitalizzazione” può essere usato per acquistare hardware, software o altri servizi specialistici che permettano all’azienda di:

  • migliorare l'efficienza aziendale;
  • modernizzare l'organizzazione del lavoro, mediante l'utilizzo di strumenti tecnologici e forme di flessibilità del lavoro, tra cui il telelavoro;
  • sviluppare soluzioni di e-commerce;
  • fruire della connettività a banda larga e ultralarga o del collegamento alla rete internet mediante la tecnologia satellitare;
  • realizzare interventi di formazione qualificata del personale nel campo ICT.

Voucher per la digitalizzazione: come richiedere il voucher?

Stando alle nuove indicazioni del Ministero dello Sviluppo Economico, per richiedere il voucher le imprese interessate potranno presentare la loro domanda, esclusivamente attraverso l’apposita procedura informatica, dal 14 settembre 2018 fino al 14 dicembre 2018.

Requisiti necessari per la presentazione della domanda sono il possesso della Carta nazionale dei servizi, di una casella di posta elettronica certificata (PEC) attiva e la registrazione nel Registro delle imprese.

Solco Srl, in collaborazione con Eulab Consulting, offre una serie di servizi acquistabili proprio grazie al Voucher per la digitalizzazione.

Sfoglia la brochure per scoprire le offerte:

Per maggiori informazioni:

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Più competitività aziendale attraverso la valorizzazione delle Risorse Umane

Giovedì 19 ottobre 2017, presso la sede di Roma di Solco Srl sita a Viale Castrense 8, si terrà un workshop sulla valorizzazione delle Risorse Umane. Nell’ambito della giornata di formazione, sarà presentato un innovativo approccio di autovalutazione della singola impresa, attraverso il quale poter individuare il posizionamento in termini di competitività della propria azienda.

Nello specifico, i partecipanti impareranno a mappare tutti quei processi di gestione e sviluppo delle risorse umane che consentono alle aziende di conoscere il proprio potenziale competitivo per poi, successivamente, formulare strategie di posizionamento.

Con riferimento ai contenuti della giornata formativa, ci si è voluti ispirare ad un approccio dove tecnologia e risorse umane risultino centrali e imprescindibili per la competitività di un’azienda.

Per partecipare al seminario, è possibile registrarsi su Eventbrite in maniera del tutto gratuita.

 Agenda del workshop

15.30

Avvio lavori

15.30 -16.00

Analisi di scenario e contesto di riferimento

16.00 -16.45

La questione organizzativa, la tecnologia, il people engagement (laddove la tecnologia non è sufficiente sono le persone che fanno il servizio e creano la relazione)

16.45 -17.15

Buone pratiche in casi di successo

17.15 -17.30

Approccio metodologico per rendere più competitivo il tuo business

17.30-18.00

Come utilizzare le risorse EBIT per avviare il percorso

18.00

Questions & Answers

 Contenuti – Di cosa parliamo?

  • Valutare le competenze, la storia professionale, la coerenza tra progetti personali e organizzativi, per la definizione di una People strategy coerente con gli obiettivi di business.
  • Formare e sviluppare le persone per far crescere le competenze, generare idee e rafforzare il sistema interno in termini di competenze e creazione di valore.
  • Organizzare e pianificare la strategia di sviluppo del capitale umano attraverso processi codificati, flessibili ed evoluti che integrino le potenzialità tecnologiche con la gestione delle persone e dei sistemi professionali.
  • Incentivare le persone attraverso modelli innovativi che siano coerenti con la dimensione contrattuale e fiscale.

 

Per maggiori informazioni:

SOLCO ROMA

Telefono: +39 06 7070 2121
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Venerdì, 29 September 2017 08:48

Il Business Model Canvas

Un approccio strategico innovativo anche per le PMI

Metodologia ideata, proposta e sviluppata da Alexander Osterwalder (Business Model Ontology, 2014), il Business Model Canvas (BMC) è uno strumento di analisi che aiuta le aziende, in senso strategico, a creare e sviluppare modelli di business innovativi tali da aumentarne la competitività e la creazione di valore.

Riconosciuto come standard internazionale, il Business Model Canvas ha certamente rivoluzionato il modo di intendere e rappresentare i modelli di business. Attraverso un linguaggio visivo, e in quanto tale intuitivo e di facile comprensione a prescindere dalle competenze professionali di cui si dispone, il BMC dà la possibilità di comprendere a 360 gradi gli elementi chiave di un’azienda, che sono:

  • Clienti - Segmenti di clientela divisi per bisogni, interessi, tipo di relazione, profitto e canali di distribuzione;
  • Valore offerto - Quell’insieme di valori per la clientela che un’azienda è in grado di dare e che la distinguono dalle altre aziende;
  • Canali - Gli strumenti attraverso i quali il valore offerto raggiunge lo specifico segmento di clientela;
  • Relazioni con la clientela - Le modalità attraverso le quali un’azienda acquista e conserva la sua rete di clienti;
  • Ricavi - Gli incassi generati dai diversi segmenti di clientela, divisi per categoria di valore offerto;
  • Risorse chiave - Quello che serve ad un’azienda per produrre il valore offerto: risorse fisiche, risorse finanziarie, risorse umane;
  • Attività chiave - Cosa bisogna fare per offrire valore ai clienti;
  • Costi - Il denaro speso da un’azienda per le risorse chiave, le attività chiave e per i partners;
  • Partnership - Gli accordi utili all'azienda per la creazione del valore offerto.

A partire dal Business Model Canvas, Solco Srl aiuta le aziende nella fase di analisi del proprio modello imprenditoriale e nello sviluppo delle politiche di valorizzazione delle risorse umane, funzionali alla crescita del business.

Per avere un primo riscontro sul proprio modello imprenditoriale, le aziende interessate possono compilare il questionario nell’apposita pagina dedicata al BMC.

Per ricevere una consulenza gratuita sul BMC, le aziende interessate possono compilare il form presente sulla pagina interna al nostro sito.

Per maggiori informazioni:

SOLCO ROMA

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Welfare aziendale: uno strumento per il consolidamento delle relazioni tra imprese e lavoratori

Tra gli interventi in ambito economico previsti dalla legge di stabilità del 2016, l’introduzione del principio del welfare aziendale ha rappresentato sicuramente una svolta per il mondo dell’imprenditoria italiana.

Attraverso la previsione di maggiori incentivi fiscali e di numerose iniziative aziendali volte a garantire il benessere sia del proprio personale dipendente che delle famiglie dei dipendenti stessi, imprese e lavoratori hanno visto man mano ri-consolidarsi un rapporto che, recentemente, era andato via via deteriorandosi.

Nella direzione di una pronta attuazione del welfare aziendale va poi la circolare dell’Agenzia delle Entrate n.28/E del 15 giugno 2016, grazie alla quale è stato possibile definire il trattamento fiscale di quei beni e servizi che non possono vedersi applicata alcuna tassazione. Inoltre, la stessa circolare prevede la possibilità di ricorrere a delle piattaforme online per usufruire in modo flessibile dei benefici aziendali (flexible benefits, ndr).

La più recente legge di stabilità (2017, ndr) ha consentito poi di accrescere la quantità di benefici aziendali che possono avvalersi di una serie di incentivi. La stessa legge prevede inoltre un rafforzamento del ricorso a premi di risultato da parte delle imprese, includendo in questa categoria anche le assicurazioni per la non autosufficienza e per le malattie gravi.

Ma quali sono gli strumenti attraverso i quali poter dare attuazione a questo principio? Prima di elencare una serie di incentivi però, è bene ricordare come questi non concorrano alla retribuzione del personale dipendente:

  • Fino a 5.164,57€ l’anno per i contributi di previdenza complementare. Qualora ad essere convertiti in contributi previdenziali siano i premi legati al risultato non sussistono limiti;
  • Fino a 3.615,20€ per i contributi di assistenza sanitaria. Quando ad essere convertiti in contributi sanitari sono i premi legati al risultato non sussistono limiti;
  • Assicurazioni per la non autosufficienza e per le malattie gravi;
  • Anticipazioni e rimborsi e prestazione dirette per servizi di assistenza ai familiari non autosufficienti;
  • Somme e prestazioni per servizi di educazione e istruzione ai familiari dei dipendenti, compresi i servizi integrativi e di mensa, ludoteche, centri estivi, borse di studio;
  • Servizi aziendali per i dipendenti e i familiari con finalità di educazione, istruzione, ricreazione assistenza sociale e sanitaria, culto;
  • Servizi aziendali di mensa, trasporto e buoni pasto;
  • Fino a 258,23€ per beni e servizi di diverso genere;

Gli incentivi previsti per la retribuzione ordinaria del personale dipendente sono poi rafforzati da ulteriori incentivi a disposizione delle imprese. Ad esempio, i costi sostenuti per i contributi previdenziali e sanitari sono interamente deducibili dalle imposte IRES/IRPEF.

Solco Srl è in grado di offrire assistenza alle aziende in materia di welfare. Scopri come:

Per una consulenza sulle agevolazioni attive in materia di welfare e/o per maggiori informazioni:

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Come impedire che le persone affette da patologie croniche escano dal mercato del lavoro

Che la salute sia da considerarsi una variabile fondamentale per la misurazione della qualità della vita dell’essere umano è fuor di discussione. Come indiscutibile è l’importanza che la salute stessa assume nell’ambito del processo di sviluppo economico e sociale di una nazione

Godere di buona salute, però, è indice non soltanto di un benessere fisico, quant’anche di un benessere psicologico. Ne consegue che la salute di una persona, oltre che della presenza/assenza di malattie e/o sintomi, risenta anche dell’ambiente circostante, sia sociale che lavorativo, delle relazioni sociali e dei bisogni della persona stessa.

Secondo uno studio Istat di qualche anno fa (2013, ndr), circa un italiano su due ha dichiarato di soffrire di una patologia cronica. A preoccupare maggiormente, sempre secondo quanto riportato nello studio Istat, è però la progressiva riduzione delle spese necessarie per combattere queste patologie.

Un quadro, questo, da osservare tenendo a mente una variabile imprescindibile, vale a dire la presenza o meno di un’occupazione. Non è un segreto, infatti, che la crisi e l’elevato tasso di disoccupazione abbiano avuto ripercussioni notevoli sulla situazione economica delle famiglie italiane costringendole a ridurre la spesa per i consumi, anche per quelli inerenti l’ambito sanitario.

Una situazione di questo genere contribuisce, senza ombra di dubbio, a rafforzare e rendere duraturo nel tempo un generale stato di cattiva salute.

Perché le persone affette da patologie croniche possano rimanere all’interno del mercato del lavoro anche con l’avanzare dell’età, una buona pratica potrebbe essere quella di sviluppare logiche inclusive di lavoro sostenibile. A tal proposito, molto utili si potrebbero rivelare iniziative di work-life balance che consentano di trovare il giusto equilibrio tra vita privata e professionale. Altrettanto funzionali potrebbero essere politiche aziendali ispirate a principi di wellness at work.

Iniziative e politiche di questa natura non possono però prescindere da una variabile imprescindibile, la qualità del lavoro. Ed è proprio nella direzione di una qualità sempre maggiore che le aziende, piccole, medie o grandi che siano, sono chiamate ad orientare le proprie politiche, sposando finalmente valori e principi del welfare aziendale.

Quali sono i servizi di Welfare adatti alla tua azienda? Solco Srl supporta le aziende nella ricerca dei benefici che la normativa ha introdotto nel sistema di tassazione agevolata.

Per ulteriori informazioni o per una consulenza sulle agevolazioni attive in materia di welfare:

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Conoscenza e aggregazione: sono queste le variabili determinanti

Le politiche di welfare aziendale sono in continua e costante evoluzione. E se, tra le piccole e medie imprese, una su due se ne serve con l’intento di accrescere la soddisfazione del proprio personale dipendente, sempre secondo Welfare Index Pmi, a determinarne la buona riuscita sono principalmente due variabili:

  • Conoscenza, vale a dire quanto le imprese sono informate su normativa fiscale vigente e strumenti tecnici del welfare aziendale e quanto, al proprio interno, esse dispongono di competenze professionali specifiche;
  • Aggregazione, ossia la disponibilità di un’impresa a costruire una serie di reti, magari attraverso la partecipazione a consorzi, la condivisione di iniziative promosse da altre imprese o tramite l’adesione a servizi comuni.

Quindi, intuitivamente, una maggiore conoscenza in termini di normativa e competenze professionali, e una più ampia propensione all’aggregazione, rappresentano due discriminanti di non poco conto per avere successo nelle politiche di welfare aziendale.

Conoscenza

Secondo una ricerca Welfare Index Pmi, tra le piccole e medie imprese, solamente una su cinque sostiene di aver sviluppato, e quindi di averne una piena consapevolezza, le dovute conoscenze in materia di normativa e incentivi fiscali. Per esempio, relativamente alla possibilità di convertire premi di produzione in welfare, 9 imprese su 10 non ne sono a conoscenza.

Una carenza, quella inerente la conoscenza della normativa fiscale, imputabile altresì a chi opera nel mondo della consulenza aziendale, come per esempio consulenti del lavoro e commercialisti, tanto che solamente un’impresa su due se ne avvale per questioni inerenti le politiche di welfare.

Aggregazione

Sempre con riferimento al mondo delle piccole e medie imprese, tra quelle maggiormente disponibili all’adozione di politiche di welfare aziendale, solamente un 20% circa mostra una buona propensione a costruire reti di aggregazione.

Perché le imprese possano sviluppare efficaci iniziative di welfare è necessaria una condivisione di investimenti, informazioni e servizi professionali. Ed è ora che le imprese se ne rendano conto.

 

Solco Srl opera al fianco delle imprese anche nella fase di costruzione di un vero e proprio Piano di Welfare. A tal proposito, consulta il depliant relativo ai servizi offerti da Solco Srl in questo campo:

 

Per una consulenza sulle agevolazioni attive in materia di welfare o ulteriori informazioni:

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Giovedì, 27 July 2017 15:04

L’importanza del Tutor aziendale

Funzioni, compiti e competenze di una figura chiave nello sviluppo dell’apprendista

Affiancare, accompagnare e sostenere l’apprendista nell’ambito del percorso formativo-professionale. L’essenza dell’attività di un Tutor aziendale è racchiusa tutta qui, in queste tre parole chiave. Un buon Tutor deve essere un riferimento per l’apprendista, quand’anche una persona con la quale interloquire che sia in grado di aiutarlo, sin dal primo momento, a comportarsi in maniera adeguata sì da facilitarne l’inserimento in azienda. In particolare, un buon Tutor deve:

  • Curare in maniera dettagliata l’accoglienza e l’inserimento del giovane in azienda;
  • Guidare l’apprendista all’interno di un contesto, come quello aziendale, totalmente nuovo;
  • Dar vita ad una vera e propria rete che sostenga l’apprendista;
  • Pianificare passo passo la formazione all’interno dell’azienda;
  • Relazionarsi con l’Agenzia formativa;
  • Valutare costantemente l’apprendista.

L’ingresso in azienda

Accoglienza e inserimento sono, per un giovane apprendista, due fasi determinanti nell’ambito del processo formativo e professionale. Da queste, infatti, può dipendere l’esito stesso della formazione. Per questa ragione, un Tutor deve assolutamente preoccuparsi di chiarire sin da subito compiti e competenze proprie della posizione che l’apprendista andrà a ricoprire, e di far sì che lo stesso sviluppi un’adeguata conoscenza dell’impresa, magari attraverso l’organizzazione di colloqui con il personale dipendente o di visite guidate all’interno dell’impresa stessa.

La pianificazione

Perché l’apprendista possa svolgere un efficace percorso di formazione all’interno dell’azienda, anche in relazione alle competenze di partenza, occorre programmare sin da subito attività specifiche che rendano l’apprendista consapevole di quanto richiesto dall’azienda e, successivamente, elaborare un piano di lavoro che, oltre alle tradizionali mansioni da svolgere, individui anche momenti di spiegazione, esercitazione e formazione extra-aziendale.

L’affiancamento

Ascoltare, ascoltare e ancora ascoltare. È questa la parola chiave nella fase dell’affiancamento quotidiano. Non essendo semplice gestire un giovane che magari si affaccia per la prima volta nella complessa realtà lavorativa, saperne ascoltare interessi, perplessità e difficoltà è fondamentale per un Tutor, anche in qualità di guida e facilitatore del percorso formativo intrapreso dall’apprendista.

Le relazioni esterne

Per far sì che la formazione all’interno dell’azienda possa integrarsi in maniera efficace con quella extra-aziendale, un Tutor deve sapersi relazionare in maniera adeguata anche con l’Agenzia formativa chiamata in causa nell’ambito del percorso dell’apprendista. Questo, principalmente, per evitare che la formazione extra-aziendale vada in conflitto con quella interna, non rispondendo alle esigenze dell’azienda stessa.

La valutazione

Perché l’impresa, al termine del percorso formativo, possa rilasciare le dovute certificazioni, un Tutor è chiamato a valutare costantemente progressi e risultati dell’apprendista.

 

Solco Srl, in qualità di ente accreditato per la formazione superiore e continua presso la Regione Lazio, offre sostegno alle imprese nella fase di progettazione del Piano Formativo per gli apprendisti. A tal proposito, Solco Srl organizza periodicamente corsi di apprendistato finanziati dalla Regione Lazio.

 

Per saperne di più su apprendistato e corsi erogati:

ELENA LIONETTI - 06/70702121

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Per ulteriori informazioni:

Solco Srl Roma

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Mercoledì, 19 July 2017 08:09

Che cos’è il Welfare aziendale?

Grandi benefici anche per le PMI, non solo per le grande imprese

Il welfare aziendale è un insieme di benefit e prestazioni che, in aggiunta alla normale retribuzione del lavoratore dipendente, contribuisce a rendere più solida la retribuzione stessa, migliorando di conseguenza la vita privata e professionale del dipendente.

Le politiche di welfare aziendale hanno da poco fatto il loro ingresso nel mondo delle piccole e medie imprese. Fino a qualche tempo fa, erano infatti una prerogativa della grande imprenditoria. A tal proposito, Welfare Index PMI si propone come scopo principale proprio quello di far sì che queste pratiche si diffondano il più possibile all’interno delle PMI. Effetti e benefici delle politiche di welfare, si stima, avrebbero ricadute, ovviamente positive, sull’80% degli occupati italiani, con un conseguente impatto benevolo sul tessuto sociale italiano.

Lo scorso anno, per diverse ragioni, è stato definito come “l'anno del Welfare aziendale”. Per quali ragioni?

  • Sul piano della leva fiscale, abbiamo assistito ad un processo di ammodernamento che ha incentivato un recupero di produttività del lavoro. Ora, infatti, azienda e lavoratore beneficiano entrambi di un’ampia fiscalità: da un lato, l’azienda risparmia, dall’altro, il lavoratore ne guadagna in termini di servizi erogati.
  • Nell’ambito del digitale, sono state sviluppate una serie di piattaforme web che consentono di accedere ai servizi di welfare aziendale anche da reti d’impresa o associazioni d’impresa;
  • Sono poi nati nuovi attori nel campo dell’offerta lavorativa, come ad esempio gli operatori profit per la fornitura di servizi di welfare aziendale;
  •  Alla fine del 2016 inoltre, il welfare aziendale diventa punto cardine del CCNL delle aziende operanti nel settore della meccanica.

Scopri quali possono essere i beni e servizi che si possono detassare.

Per una consulenza sulle agevolazioni attive in materia di welfare o ulteriori informazioni:

 

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Secondo Welfare Index Pmi, tra le piccole e medie imprese,  una su due si serve del welfare aziendale per aumentare la soddisfazione dei propri dipendenti e rendere migliore l’ambiente di lavoro

Chiunque, all’interno di una piccola o media impresa, abbia un incarico di responsabilità ha, o perlomeno dovrebbe avere, come interesse primario quello di costruire una rete di relazioni con i propri dipendenti tali da trarne vantaggio in termini di efficienza aziendale. A tal proposito, spesso, si ricorre a politiche di welfare aziendale finalizzate, tra le altre cose, a migliorare la vita privata e professionale di un lavoratore.

A confermarlo è anche una ricerca: secondo Welfare Index Pmi infatti, il 50,7% delle piccole e medie imprese fa uso di pratiche di welfare aziendale con lo scopo di migliorare la soddisfazione dei propri dipendenti e il clima all’interno dell’azienda.

Ma quali e quante sono le variabili che determinano la propensione o meno di un’azienda ad approcciarsi al welfare aziendale?

Principalmente tre:

  • disponibilità a sostenere costi aggiuntivi;
  • pro-attività aziendale, vale a dire la disponibilità ad intraprendere iniziative autonome nell’ambito del welfare, al di fuori di quelle previste dalla contrattazione collettiva;
  • coinvolgimento dei dipendenti nelle iniziative aziendali.

5 modelli imprenditoriali in relazione alle politiche di welfare

A partire da queste tre variabili, si possono poi individuare i seguenti modelli:

  • Pro attività partecipativa, tipico delle pmi che investono nel welfare, sono autonome in questo settore e coinvolgono a riguardo i propri dipendenti;
  • Pro attività direttiva, proprio di quelle piccole e medie imprese che, differentemente dalle precedenti, escludono i propri lavoratori da qualsiasi iniziativa in materia;
  • Pro attività a costo zero, caratteristico delle pmi non disponibili a sostenere costi aggiuntivi;
  • Attuazione partecipativa, un modello sì basato sul coinvolgimento dei dipendenti ma molto legato alle disposizioni previste dalla contrattazione collettiva;
  • Attuazione direttiva, basato esclusivamente su quanto previsto dalle disposizioni contrattuali.

Che ripercussioni hanno le politiche di welfare aziendale?

Sempre secondo Welfare Index Pmi, tra le imprese che investono nel welfare, più della metà registra un impatto positivo di queste politiche. In particolare, a risentire positivamente sono principalmente:

  • soddisfazione dei lavoratori;
  • l’immagine dell’azienda;
  • la produttività nel lavoro.

Vista e considerata l’importanza della tematica, Solco Srl lavora con le aziende interessate a creare un Piano di Welfare aziendale attraverso l’analisi della popolazione lavorativa e identificando gli strumenti più adatti ad ogni realtà aziendale.

Per ulteriori informazioni contattare:

 

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